Avete presente quella frase del film “L’Odio” di Mathieu Kassovitz? “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: Fino a qui tutto bene, Fino a qui tutto bene, Fino a qui tutto bene.” Anche ad FN314 la gente spesso se lo racconta che va tutto bene.
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Nell’episodio precedente Nello era combattuto. E se le piogge di rane fossero tutta un’invenzione? E se dal cielo piovesse solo acqua sotto forma di gocce? Assurdo vero? Ad FN314 lo è di sicuro. La maggior parte della gente qui in paese non solo le osserva cadere e schiantarsi a terra (quelle maledette), ma ha anche a che fare con le conseguenze materiali e psicologiche di questo brutto affare.
Ogni villaggio ha il suo matto, anche FN314. Eppure ormai avete imparato a conoscerlo questo piccolo paese del Distretto 13, nulla è come deve essere, nemmeno il suo matto. Lui (o meglio lei) è una vecchia strega che giorno dopo giorno annuncia a gran voce che la fine del mondo è alle porte, che le rane sono la punizione di Dio.
La piccola mano di Alvaro mi solleva il mento costringendomi a guardare il soffitto, la lama scorre intorno al pomo d’Adamo e vicino alla giugulare. Penso che ci voglia una grande fiducia per accettare che un uomo ti metta una lama alla gola. In un attimo mi potrebbe aprire da una parte all’altra intonando passi del Barbiere di Siviglia con gli occhi iniettati di sangue.