Nell'episodio precedente abbiamo avuto a che fare con i dubbi di Nina. Siamo stati travolti dal turbinare dei suoi pensieri, dalle sue fobie, dalla distanza incolmabile tra lei e il "resto". Tutto pareva diverso ai suoi occhi, e allo stesso tempo ogni cosa restava la stessa di sempre. Diverso, e allo stesso tempo tutto come sempre. Eh si, direte voi, un bel casino. Ma la vita è un po' così... le cose cambiano continuamente e siamo noi, spesso, a tentare di stabilizzarla per renderla più razionale.
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Forse è capitato anche a voi di vedere le cose sotto una luce diversa, di osservare il mondo da un'altra prospettiva, di non riconoscere le persone a voi vicine guardandole negli occhi. Quelle stesse persone che fino a ieri erano una certezza. Eppure ne avete passate tante insieme: quelle lunghe conversazioni e risate spontanee, quelle serate ad aspettare il tramonto in riva al mare, quegli stupidi litigi; sempre gli stessi e per le stesse futili ragioni tra l'altro. E adesso?
Nell’episodio precedente abbiamo osservato Camilla. Siamo entrati di nascosto dalla porta di servizio e ci siamo accomodati in camera sua. Era lì, seduta sul pavimento con le spalle al muro, intenta ad ascoltare il dialogo tra suo padre e l’ispettore. Le siamo stati accanto per quanto possibile, le abbiamo letto nella mente, ascoltando i suoi pensieri. Abbiamo cercato di comprenderla nel suo conflitto interiore con la madre fatto di odio e di amore.
I ragazzi sono fragili. Sono strani, testardi, incoscienti. sono quelli del "chi se ne frega", quelli del "lasciami in pace", dell'indifferenza e dei lunghi silenzi. Sono quelli che conosciamo appena. Quelli che eravamo anche noi ma ce ne siamo scordati. Nicolino, Greg, il gruppo scapestrato del paese. Li abbiamo conosciuti negli episodi precedenti. Abbiamo osservato i loro comportamenti, le loro ansie, le loro paure, i loro atti vandalici. Adesso è il turno di Camilla, la ragazzina muta del paese. Siete pronti ad ascoltare il silenzio delle sue parole e il baccano dei suoi pensieri?