di Enrico Pompeo
Ci sono dei libri che parlano di più attraverso gli spazi bianchi tra una frase e l’altra che attraverso le parole. D’altronde tanti compositori di musica sostengono che il vero suono non sia nelle note, ma nello spazio che si crea tra di loro.
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Tutto cominciò un paio di mesi fa, quando il professore di italiano di mia figlia assegnò alla classe la lettura del Frankenstein di Mary Shelley e per invogliarla le raccontai la genesi del romanzo, che è di per sé una storia affascinante.
Tutti i lettori di narrativa, di ogni parte del mondo, lo sanno e molto bene: i racconti, le storie riescono ad avere un potere lenitivo, curativo di malanni dello spirito, della mente, del cuore, ma anche del corpo.
di Marco Morselli Doré, un nome che riecheggia nella testa di generazioni di lettori. Dalla Divina Commedia alla Bibbia, dal Don Chisciotte alle Fiabe di…