di Luigi Pratesi
Era il 1996 quando David Foster Wallace fu ingaggiato dalla rivista Harper’s Magazine per scrivere un articolo sulle crociere extralusso. Parola dopo parola, riga dopo riga, pagina dopo pagina, però, l’articolo è diventato un reportage ed infine un racconto che è entrato a far parte della raccolta Shipping Out e che ha avuto così tanto successo da essere ripubblicato in Italia da solo, come un piccolo romanzo.
Sette giorni, decine di aneddoti, centinaia di pensieri, riflessioni e argute osservazioni. Sferzante, umoristico, dissacrante. Il libro di Wallace è una critica intimistica delle crociere extralusso.
Le promesse di divertimenti, opulenza e relax sono mantenute dall’equipaggio della nave, ma in fondo cosa resta a chi partecipa ad una di queste crociere? Per Wallace una tristezza di fondo, un senso di falsità, i divertimenti costruiti, il servilismo avvilente.
Il suo pensiero è spietato, ma lo stile ironico, vivace, vibrante. Parla anche delle sue paure, Wallace (l’agorafobia su tutte, ma anche una certa dose di paranoia) con lo stesso crudo realismo che riserva ai compagni di vacanza: senza vergogna, senza paura.
Una cosa divertente che non farò mai più non è solo un reportage sulle crociere extralusso è anche l’occasione per parlare di noi, degli esseri umani, con le loro debolezze e le loro peculiarità. Questo racconto è uno spaccato di società degli anni ’90, è una testimonianza di un autore fuori dal comune.
Una lettura leggera, insomma, non troppo impegnativa, ma che offre numerosi spunti di riflessione. Oltre a far sognare fondali azzurri, sole e una fuga dal lavoro quotidiano.
Per approfondire, vi proponiamo il nostro video sull’autore, sul romanzo e sulle impressioni che ci ha lasciato. Fateci sapere cosa ne pensate con i vostri commenti e seguiteci su Facebook e sul nostro canale Youtube.
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