di Simona Pacini
“Ah, sono loro.
Sei cavalli con lunghe gualdrappe che salgono a ricoprire tutta la testa. Due fori per le orecchie, due per gli occhi (enormi, cattivi). Li montano sei cavalieri corazzati, con le celate degli elmi abbassate. E sugli elmi svettano sei simboli: Vipera, Gallo, Quercia, Spadaforte, Orso, Leone.
Sì, sono loro, sorride l’avvocato Maggioni, fiero di sapere, fiero di riconoscerle: le Contrade Morte”.
Sono tanti i misteri che costellano il viaggio che l’avvocato Maggioni e la moglie Valeria compiono andando da Milano a Siena per trovare il fratello di lei nei giorni di Ferragosto. Nell’azienda agricola di Paolino, a causa di un violento temporale che farà loro perdere la strada, in realtà non arriveranno mai. Il caso li farà capitare invece in una villa abitata da strani personaggi che metteranno in crisi la solidità e le convinzioni della coppia milanese. Fra intrighi, sotterfugi e segreti, per i due milanesi questa sarà anche l’occasione per scoprire da vicino l’enigma del Palio di Siena e delle contrade soppresse.
“Come reagirei, si chiede incongruamente l’avvocato, se mio nonno o altro diretto ascendente fosse stato contradaiolo del Gallo, dell’Orso, o di un’altra qualsiasi delle contrade soppresse nel 1675?
Quelle sei contrade, gli ha spiegato Ascanio, furono squalificate a vita e private dei loro territori, in seguito a gravissimi incidenti di cui si sarebbero rese responsabili durante il Palio di quell’anno. Ma in realtà si era trattato di una pura sopraffazione ai loro danni, da parte di contrade più forti che miravano appunto all’ingrandimento territoriale. Un po’ come la spartizione della Polonia, pensa l’avvocato passando ad altro capitolo del Compendio”.
In questi giorni di Palio e solleone potrebbe essere un’idea ripescare il libro di Fruttero & Lucentini, “Il palio delle contrade morte”, pubblicato da Mondadori nel 1983.
Intanto perché si tratta di un giallo, seppure sui generis, nello stile sempre originale dei due scrittori. In questo caso potremmo parlare di una via di mezzo tra il poliziesco e il fantasy.
Poi perché potrebbe aiutarci a capire meglio un fenomeno come quello del Palio di Siena, spiegato in modo semplice ma accattivante, grazie anche alla consulenza fornita agli autori dagli amici senesi Lorenzo e Titti Nepi e Vittoria Bonelli Zondadari, capitana della Selva dal 1964 al 1968. Una volta compreso il meccanismo complesso e perfetto della corsa senese, sarà possibile addentrarsi, nello stesso modo leggero e mai banale, nel mondo “parallelo” delle contrade soppresse, inserito con un tocco da veri maestri nella narrazione.
Infine, perché scoprire F&L, per chi non li conosce, o rileggere i loro scritti, per chi ha già avuto modo di apprezzarli, potrebbe rivelarsi anche un’esperienza molto piacevole.
Carlo Fruttero e Franco Lucentini, entrambi scomparsi (il primo nel 2012, il secondo nel 2002), sono due autori che hanno operato nella seconda metà del secolo scorso. La loro collaborazione a quattro mani ha prodotto, fra gli altri, libri come A che punto è la notte, L’amante senza fissa dimora ed Enigma in luogo di mare. Alcune loro opere sono state portate sul grande schermo, come La donna della domenica, di cui si ricorda il film diretto da Luigi Comencini nel 1975 e interpretato da Marcello Mastroianni, Jacqueline Bisset, Jean-Louis Trintignant e Lina Volonghi.
F&L hanno inoltre lavorato alla stesura di diverse sceneggiature per la tv.
Nelle loro storie, oltre a una trama sempre molto ricca e complessa e a personaggi ben caratterizzati, troviamo spesso dei grandissimi omaggi alle città in cui di volta in volta sono ambientate. Scorrendo le pagine della Donna della domenica e di A che punto è la notte, possiamo trovarci a gironzolare per le strade e i quartieri di una Torino signorile e popolare al tempo stesso, ma anche densa di misteri. Leggendo L’amante senza fissa dimora saremo catapultati tra le calli e i campielli di una Venezia umida e nebbiosa ma sempre ricca di fascino e sorprese. Così come il luogo di mare dell’Enigma, ci condurrà nel fitto della pineta di Punta Ala, sotto una pioggia che non dà tregua, nel buen retiro di una Maremma popolata da svariati personaggi, ognuno impegnato a vivere la propria vacanza cercando di scansare il mistero che aleggia intorno alla scomparsa di una persona.
La città protagonista del ”Palio delle contrade morte” ovviamente è Siena, ed è qui che i due autori conducono per mano il lettore iniziandolo ai riti e alle tradizioni che scandiscono la festa, accompagnandolo allo stesso tempo attraverso i caratteristici vicoli medievali.
“Anche un avvocato lombardo sa che da cosa nasce cosa. Si resta a chiacchierare sulla piazza del Duomo. Si ammirano i giocolieri e i funamboli venuti da fuori. Si mangiano i dolciumi e si beve il vino delle bancarelle messe su per l’occasione. Finché a qualcuno (neppure Ascanio ne conosce l’identità) viene in mente un bel giorno (l’anno esatto rimarrà sempre ignoto) di organizzare per l’occasione una corsa di cavalli tra le contrade, già forse divise da altre minute rivalità, da un naturale spirito competitivo.
Così è nato, secondo il documentato Ascanio, il Palio di Siena, che per secoli è stato corso non in piazza del Campo, ma lungo i neri e ondulati crepacci delle strade che tagliano la città, attraverso tutti i capitoli del compendio di storia: i Guelfi e i Ghibellini, le Signorie e i Principati, Carlo VIII e Carlo V, re, papi, imperatori e repubbliche, guerre, invasioni, assedi, distruzioni, carneficine, carestie, pestilenze. Alla fine, dopo i tanti lutti che hanno più volte dimezzato la gente di Siena, spopolato i palazzi e i tuguri, immerso nel silenzio le botteghe, svuotato i conventi e le chiese, le tante contrade del Medioevo si sono ridotte alle diciassette di oggi”.
La trama si tinge di giallo quando un fantino viene assassinato pochi giorni prima della corsa. Fra strade sbagliate, temporali improvvisi, ospiti inattesi e probabili adultèri, lo sfondo del Palio, con i suoi passaggi irrinunciabili, si farà sempre più determinante per lo svolgimento della storia.
Ogni abitante della villa nasconde un segreto e i due visitatori casuali rimarranno coinvolti loro malgrado in un groviglio di vicende, apparentemente difficile da comprendere, che aprirà le loro vite a nuove esperienze ma lascerà dentro di loro un senso di disagio profondo.
“L’avvocato contempla la travagliata terra della pista, la lunga, confusa traccia lasciata dalla processione, ed è improvvisamente colpito dalla rassomiglianza della piazza con… il simbolo della Shell?. Sì, per la sua convessità, come spiegano tutte le guide e i dépliants, la piazza del Campo somiglia alla valva di una conchiglia. Ma quel rettangolo leggermente trapezoidale, dagli angoli arrotondati, gli ricorda anche il cristallo del parabrezza cui stava pensando un momento fa, e che a sua volta stava per fargli pensare a qualcosa forse di importante… di risolutivo… che però di nuovo gli sfugge”.
Su tutti, il mistero delle sei contrade soppresse che andrà a intrecciarsi alle vicissitudini di questa variegata comitiva, conducendo il lettore in un’atmosfera sospesa di lieve giocosità, per portarlo fino allo spiazzante, ma finalmente chiarificatore, finale.
(10 agosto 2019)
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