di Caterina Corucci
Poche settimane fa sono andata a fare un giro a Volterra. Era gennaio, il cielo era grigio quasi bianco, l’aria fredda e compatta, e fra i vicoli antichi camminavano, stringendosi nelle giacche, soltanto poche anime. Tempo da vampiri, avrei potuto dire. Allora mi sono ricordata di quando anni prima mi ero recata in quella zona per le riprese cinematografiche di alcune scene di New Moon, il secondo libro tratto dalla saga di Twilight di Stephenie Mayer. In realtà ero con le mie figlie a Montepulciano, non molto distante da lì perché, sebbene il libro parli dei Volturi, i vampiri più potenti al mondo che hanno la loro dimora a Volterra, certe parti del film sono state registrate a Montepulciano per esigenze scenografiche.
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In quei giorni tutti i ristoranti della zona esibivano menù a tema vampiresco, nelle cisterne sotterranee si svolgevano reading e spettacoli teatrali, nei bar si vendevano aperitivi rosso sangue. Dalle bandiere agli stendardi disseminati ovunque per le strade, tutto intorno era rosso, come lo erano anche i mantelli dei figuranti nella scena principale del film, che a centinaia si riversavano nelle strade per festeggiare San Marco, colui che cacciò i vampiri dalla città.
Per chi non conoscesse la saga, la storia è quella di un vampiro affascinante, Edward Cullen, che si innamora di una ragazza mortale, Bella Swan, l’umana” della porta accanto”, quasi insignificante se non fosse per il suo odore, irresistibile per i vampiri, e per una particolare “dote” che la rende diversa da qualunque altro umano. Edward e la sua famiglia, pur restando sensibili a quel tipo di odore, fanno parte di un gruppo di vampiri che hanno deciso di non nutrirsi di sangue umano, ma solo di quello degli animali che riescono a cacciare nel bosco.
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I Volturi invece sono la congrega di vampiri più autorevoli al mondo, rispettati da tutti gli altri e detentori di potere assoluto; decretano e fanno rispettare le leggi che preservano la comunità vampiresca. Per esempio, non destare sospetti fra i mortali, cambiare zona di caccia frequentemente e per coloro che vanno in cerca di sangue umano, far sparire i resti delle prede. Le regole sono tantissime ed alcune categoriche pena l’uccisione, come quella di non procreare, perché i vampiri bambini che nascerebbero non sarebbero gestibili. E’ permesso però mordere e vampirizzare gli umani che, una volta divenuti immortali verranno sottoposti a una ferrea educazione di autocontrollo. Inoltre, il territorio di Volterra, dov’è la sede dei Volturi, non è zona di caccia.
Facendomi trasportare dai pensieri mi sono ritrovata davanti a Vicolo Mazzoni, dove dovrebbe trovarsi la botola circolare descritta in New Moon, dalla quale si accede ai sotterranei che portano al Palazzo dove risiedono i Volturi. E difatti trovo anche la botola, che chissà in realtà dove porta. Esistono tour legati alla saga, che ripercorrono i luoghi di Volterra descritti nel libro e questo è uno di quei luoghi. Ma se si cerca la fontana in piazza dei Priori, presente nella scena madre del volume, si rimane delusi. Ci sono andata e mi sono messa davanti alla torre dell’orologio sotto la quale Edward si espose alla luce del sole. Ebbene, la fontana in cui Bella si buttò per poi correre incontro al suo amato, non c’è. La scena infatti fu girata a Montepulciano in piazza Grande ma la fontana in questione non esiste: fu costruita per le riprese, in cartapesta e legno, e smantellata subito dopo.
Lasciando ora da parte il contenuto dei libri, che credo sia ciò che ha determinato la fortuna della saga piuttosto che lo stile, c’è una cosa interessante da dire riguardo alla forma.
La storia è raccontata dal punto di vista della protagonista femminile, Bella. Ebbene, forse non tutti gli amanti di Twilight sanno che dopo l’ultimo dei quattro libri la Meyer cominciò una riscrittura della storia ma dal punto di vista di Edward. La stesura del libro, che avrebbe dovuto chiamarsi Midnight Sun venne interrotta perché, raggiunto il dodicesimo capitolo, il testo trapelò in rete, scaricabile in formato pdf. Neanche a dirlo, io ne stampai e rilegai una copia. Ed ecco la cosa interessante.
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Il personaggio di Edward è inintelligibile, egli comunica con i suoi simili attraverso il pensiero e quindi molte cose esplicitate dalla narrazione dal punto di vista di Bella, sono travisabili o incomprensibili. Leggere la storia dal punto di vista di Edward è stata una continua scoperta dei retroscena e del non detto.
Nello stesso modo, il fatto che Bella possegga la particolare dote di schermare i propri pensieri ai vampiri, che normalmente riescono a leggere il pensiero, fa sì che anche la narrazione dal punto di vista di Edward sia in certi momenti inaffidabile.
La riscrittura con diverso punto di vista potrebbe far pensare al racconto degli stessi eventi, visti da una diversa angolazione; invece, per la particolarità dei personaggi, in quei dodici capitoli si ha l’impressione di leggere una storia “altra”, dove i fatti portano a conclusioni differenti.
Per esempio, nel primo libro Twilight la scena in cui Bella si siede in classe accanto a Edward descrive, dal punto di vista di lei, un Edward apparentemente disgustato, arrabbiato, che non riesce a trattenere addirittura delle smorfie, tanto che lei si annusa una ciocca di capelli perché ha il dubbio di emanare un odore cattivo.
Nel primo capitolo di Midnight Sun viene descritta la stessa scena, ma stavolta è Edward che racconta, dicendosi in crisi totale, disorientato e in lotta con se stesso. Infatti non riesce a leggere il pensiero di Bella; inoltre lei emana un odore fortissimo e irresistibile per Edward che, pur abituato a stare in mezzo agli umani e a nutrirsi solo di animali, riesce difficilmente a controllarsi.
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A parte la storia editoriale di Midnight Sun, che sarà completato più avanti e vedrà la pubblicazione dieci anni dopo e oltre alle considerazioni sulla qualità letteraria dell’opera, ho trovato questi libri interessanti perché i soggetti si prestano assolutamente al gioco del narratore inaffidabile o inattendibile, creando false aspettative, incertezze. Midnight sun, con la rilettura con punto di vista diverso, apre “altri” scenari sottesi, rendendo il testo una cosa diversa e facendo della saga un’opera per niente scontata.
Come non è scontata Volterra, con i suoi vicoli stretti e le pietre color ocra che trasudano leggende e misteri. Fu davvero un’ottima scelta per mescolare folle di immortali a festeggiamenti religiosi. Eppure la Meyer scelse Volterra a caso, un punto sulla carta che avesse assonanza con la parola “Volturi”, immaginando ogni angolo pur non essendoci mai stata. Ci si recò solo dopo, per una presentazione in anteprima del libro e in quell’occasione venne riconosciuta cittadina onoraria per aver dato visibilità mondiale al luogo. Non per niente, da New Moon in poi, la città è stata consacrata capitale dei vampiri.
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