di Luigi Pratesi
Per tutti voi, aspiranti scrittori, che vorreste scrivere ma siete troppo stanchi, demotivati o poco ispirati per farlo, ecco la ricetta. Ve la fornisce Chuck Palahniuk, l’autore di Fight Club, Rabbia e di Tieni presente che, un libro autobiografia che narra i trucchi del mestiere di uno scrittore.
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Tenetevi forte. Non vi serve nient’altro che… un timer da cucina: del forno o della lavastoviglie poco importa. Avere delle scadenze e sentirsi obbligati, il più delle volte, aiuta a trovare l’ispirazione. Per questo Palahniuk suggerisce di costringersi a scrivere anche quando non se ne ha voglia.
Fissate dunque il timer ad un’ora (o una mezzora) di distanza e poi aspettate, a costo di rimanere seduti immobili sulla scrivania senza scrivere una parola per tutto il tempo, con il sottofondo degli elettrodomestici a scandire il tempo.
Tortura? Ma no, “di solito, non appena il timer suona, sarai così coinvolto e divertito dal lavoro che continuerai”.
Questo non significa, però, che si debba scrivere la prima cosa che ci passa per la testa. La scrittura è un’arte meticolosa. Quindi, “prima di sederti a scrivere una scena, ripassala più volte a mente così da conoscere lo scopo di quella scena. A quali scene precedenti si salderà? Che cosa disporrà per quelle successive? Come porterà avanti il tuo plot?
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Mentre lavori, guidi, fai ginnastica, tieni a mente solo questa domanda. Prendi nota delle nuove idee. E soltanto quando avrai deciso lo scheletro della scena, siediti e scrivilo. Non metterti davanti a quell’impolverato e noioso computer senza avere qualcosa in mente. Non sfiancare il tuo lettore con una scena in cui succede poco o niente.”
Un romanzo deve anzitutto avere una sua coerenza interna e poi essere avvincente, anche se non si tratta di un thriller o di un romanzo di avventura. Il ritmo, sempre di più, sta acquistando importanza in questo mondo che si velocizza.
Ecco, quindi, un ultimo consiglio: “Il tuo pubblico è più intelligente di quanto immagini. Non avere paura di sperimentare nuove forme narrative e temporali. La mia personale teoria è che i lettori di oggi disdegnano molti libri del passato, ma perché sono più intelligenti. Il cinema ci ha resi molto sofisticati riguardo alla narrazione. Il tuo pubblico è più difficile da shockare di quanto tu possa immaginare.”
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Sperimentare non significa impressionare per forza, rompere ogni schema pur di destabilizzare il lettore. Sperimentare significa piuttosto non sentirsi imbrigliati nelle regole (anche grammaticali), perché ogni regola è fatta per essere infranta, purché lo si faccia con un’esigenza narrativa precisa, con un obiettivo lessicale audace e non con il solo intento di essere ribelli.
Ho detto che sarebbe stato l’ultimo consiglio, ma ho mentito. Voglio svelarvene ancora uno: “scrivi il libro che vorresti leggere”. Sempre.
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