di Luigi Pratesi
Ci siamo appena lasciati alle spalle un anno per molti versi faticoso, complesso, che ha aggravato le difficoltà del mondo editoriale, che non sta certo vivendo uno dei suoi momenti più floridi. Eppure è nelle difficoltà che si vedono i germogli del cambiamento. Sono le difficoltà a farci trovare il coraggio, a farci realizzare cosa è davvero importante, a farci assumere scelte non convenzionali.
Ecco perché vogliamo dedicare la prima intervista di questo nuovo anno a Il ramo e la foglia edizioni, una casa editrice che ha sfidato lo scettiscismo, il pessimismo che aleggia sul mondo dell’editoria, e ha aperto i battenti proprio durante questo periodo di emergenza sanitaria.
Una casa editrice indipendente, nata grazie alla passione e alla dedizione di Roberto Maggiani e Giuliano Brenna, che affonda le proprie radici nel mondo delle riviste letterarie e il cui primo titolo arriverà nelle librerie il 4 febbraio con il romanzo L’isola che non c’era, di Leonardo Bonetti.
Una casa editrice che si occuperà di narrativa, ma anche di poesia e di saggistica e si propone di farlo dando voce a testi che hanno qualcosa da dire, privilegiando i contenuti rispetto alla commerciabilità.
La prima cosa che colpisce, in questo vostro progetto, è la volontà (forse anche un po’ la “follia”, nel senso positivo, magico, coraggioso del termine) di aprire una casa editrice in piena emergenza sanitaria. Questo è un periodo in cui – da una parte – non si possono fare presentazioni, non si può partecipare a manifestazioni, fiere o festival, che sappiamo essere un importante veicolo di diffusione e pubblicizzazione dei libri, dall’altra le persone hanno perso un po’ l’entusiasmo e la passione, anche letteraria, assaliti dalla preoccupazione relativa alla propria salute, alla situazione economica o sociale. Cosa vi ha spinto a questo atto di fede?
Senza presunzione ma abbiamo voluto dare un segnale di rinascita. Quello della casa editrice era un progetto a cui pensavamo da tempo e forse, un po’ per assurdo, è stata proprio l’emergenza sanitaria a fare da “catalizzatore”: ci ha consentito di avere tanto tempo a disposizione per riflettere e definire nel dettaglio il progetto. Sicuramente questo è un periodo difficile per i libri e lo è da ben prima del Covid, certo è che con i tanti divieti tutto si è ulteriormente complicato ma abbiamo fiducia, ci saranno tempi migliori e noi vogliamo contribuire a rafforzare questa fiducia. Dopo l’inverno del lockdown i rami tornano a germogliare, le prime foglie stanno per verdeggiare, una nuova primavera è alle porte e noi vorremmo essere uno di quei rami rigogliosi, pronti a crescere: ci siamo, guardaci, resistiamo, vieni con noi, fai la tua parte: leggici.
Una casa editrice è fatta di progetti, di piani editoriali, ma anche – e direi soprattutto – di persone. Voi vi portate dietro un’esperienza importante nel mondo delle riviste letterarie indipendenti. Come è sorto lo stimolo a passare da quell’universo a quello di una casa editrice?
Sì, è vero, siamo cresciuti insieme a LaRecherche.it, esperienza letteraria tutta particolare che abbiamo iniziato nel lontano 2007. Una delle proposte che abbiamo voluto avviare, fin da subito, è stata quella della collana Libri liberi, cioè e-book scaricabili liberamente e gratuitamente. Nel corso del tempo alcuni autori, ma anche alcuni lettori, ci chiedevano di poter leggere gli e-book stampati su carta, da questa richiesta abbiamo iniziato a stampare alcune antologie: l’emozione di vederle in copertina flessibile è stato uno degli elementi che ci ha spronati ad avviare la casa editrice (ci teniamo a sottolineare il fatto che a nessuno degli autori antologizzati è stato mai chiesto di acquistare una sola copia delle antologie stampate). Aggiungiamo anche che già con LaRecherche.it avevamo in mente di scandagliare la produzione letteraria sommersa, cosa che in parte ci è riuscita. Ora vorremmo portare nelle librerie questo mondo estremamente meritevole, ci è sembrato un passo naturale. Non l’unico sprone ma uno di quelli importanti, che forse rappresenta il legame con l’idea che ci portò a fondare LaRecherche.it
Spesso le domande più banali celano risposte molto interessanti. Da dove è nata l’idea di chiamare la vostra casa editrice “Il ramo e la foglia”?
Abbiamo fatto un brainstorming col sistema delle libere associazioni e, con un meccanismo che ricorda il celebre gioco del “bersaglio” sulla settimana enigmistica, siamo arrivati a “Il ramo e la foglia”. In gioco c’erano svariati nomi, ma questo è stato scelto anche perché vuole significare nascita e rinascita, crescita armonica e comunione di intenti pur nella diversità delle forme. La foglia nutre il ramo, così il ramo nutre e sostiene la foglia, entrambi nutrono il tronco che a sua volta mette i rami in comunicazione con le radici che traggono il nutrimento eccetera, insomma nessuno è isolato e fa le cose da solo, ma c’è un’armonia, un legame che nutre e fa crescere. In quest’ottica è per noi di fondamentale importanza il legame con i nostri autori ma sarà importante, allo stesso modo, il legame con quelli che saranno i nostri lettori… perché saranno loro i nostri indicatori migliori riguardo al lavoro letterario che siamo fermamente intenzionati a portare avanti, lavoro che vuole fare emergere autori a nostro avviso meritevoli di dirci, con la loro scrittura, qualcosa che il grande mondo editoriale non vuole sentirsi dire, certe volte, molto banalmente, per il seguente motivo: “non vende”. Noi e i nostri lettori possiamo dare un messaggio diverso, possiamo dire: “c’è altro, svegliatevi. Vogliamo anche altro”.
Se qualche lettore di Offline fosse interessato a pubblicare con voi, cosa vi sentireste di consigliargli? Come casa editrice avete quattro collane: Romanzo, Racconto, Poesia e Saggio. Nel vostro sito si legge che cercate scritture non convenzionali. È interessante il concetto di non convenzionalità, che sembra collegarsi a quello più comune di originalità, ma andando oltre, come un invito a pensare davvero fuori dagli schemi. Come lo devono intendere i nostri lettori, che cosa vi colpisce particolarmente?
L’originalità, se vogliamo, è qualcosa di estremamente convenzionale, spesso suona artificiosa e autoreferenziale, invece cerchiamo la non convenzionalità che consiste innanzitutto nel non avere un debito con ciò che appare come “originale” o “di massa” ma riesce a esprimere una vita propria, unica e irripetibile. Come una foglia, un testo deve avere la vita che scorre dentro di sé; una vita, come poche o come tante non importa, ha senso per noi se è realmente vitale. Pertanto, non ha senso una scrittura perfetta e inappuntabile ma vuota o piena solo di sé: ha invece per noi un fascino irresistibile una lingua che fa qualche marachella ma è in grado di rivelare qualcosa di nuovo. Ecco quello che chiediamo anche ai lettori di Offline che vogliano inviarci i loro testi in lettura. Siano inoltre certi che risponderemo in ogni caso, anche se il loro manoscritto non sarà di nostro interesse.
Quasi sempre, quando si parla di una casa editrice indipendente, come voi siete, la domanda di rito è: si tratta di una casa editrice a pagamento? Il tema è ampio e controverso, con scrittori e addetti ai lavori che si schierano continuamente a favore o contro questo tipo di editoria. Quale è il vostro pensiero?
Una delle prime cose che ci siamo detti è stata: “non a pagamento”. Siamo editori e ci assumiamo l’onere e il rischio di quello che pubblichiamo. Gli autori fanno un grande investimento in tempo, dedizione e fantasia per creare la loro opera, gli editori lo fanno pubblicando le opere che pensano possano essere le migliori rappresentanti della propria linea editoriale. Ci sembra veramente banale e in qualche modo offensivo per un autore dirgli: “ci dai una somma di danaro e noi ti pubblichiamo il libro”; poi l’autore si ritrova con centinaia di copie del suo libro e magari l’editore ritiene di avere concluso il suo compito. Noi riteniamo che il lavoro dell’editore sia di ricerca dei testi e una volta trovatone uno da pubblicare deve seguirlo per tutta la durata della sua vita editoriale. Per questo mettiamo a disposizione dell’autore una rete promozionale, una delle principali reti distributive e un ufficio stampa, in modo da accompagnare il libro sugli scaffali delle librerie di tutta Italia e lungo tutto il suo percorso di presentazioni atte a farlo conoscere al pubblico. Ognuno deve fare la sua parte secondo le proprie possibilità; per quanto ci è stato possibile abbiamo messo in piedi una struttura che, con le dovute proporzioni, non ha nulla da invidiare a editori ben più grandi. Ma si sa che ogni albero è stato un alberello, l’importante è che nasca già con le proporzioni giuste; noi ci siamo impegnati a realizzarle.
Il mondo dell’editoria è il backstage, a volte nascosto, che sta dietro un libro. Siamo sinceri e ammettiamo che siamo curiosi di entrare maggiormente in questo “dietro le quinte”. Come funziona una casa editrice? Dietro un libro c’è, solitamente, un grande lavoro: la grafica anzitutto, ma anche l’editing, l’impaginazione, la stampa, la diffusione. Di quante persone ha bisogno una casa editrice e come si può riuscire a gestirne una senza avere alle spalle grandi investitori o proprietari milionari?
Il lavoro che sta dietro le quinte di un libro è veramente tanto e, a seconda del libro, ha diverse sfaccettature. Normalmente si comincia dai manoscritti, che noi accettiamo quando vengono inviati alla posta elettronica dedicata: sul sito abbiamo scritto istruzioni molto chiare per questo. Certe volte siamo noi a chiedere un manoscritto a un autore che ci interessa. Nella fase iniziale, parliamo dell’estate 2020, essendo sconosciuti siamo stati noi a cercare gli autori; dobbiamo dire che quelli contattati si sono rivelati entusiasti di iniziare proprio con noi questo percorso editoriale. Si tratta di autori di grande valore, in alcuni casi un po’ delusi dalle modalità di certa editoria, parliamo anche di grande editoria. Abbiamo notato che molti autori cercano un rapporto con l’editore che sia a doppio senso, non univoco: altrettanto cerchiamo noi con gli autori.
I manoscritti che arrivano li leggiamo tutti per intero, poi ne discutiamo tra di noi. Se un manoscritto non ci convince scriviamo all’autore e lo informiamo, non lasciamo che passino i mesi e che da questi mesi lui possa dedurre che non lo pubblicheremo: pensiamo che un autore meriti di essere informato, di solito riusciamo a dare una risposta entro i tre mesi. Se il manoscritto ci interessa allora procediamo, contattiamo l’autore e gli facciamo una proposta di contratto.
Come fa un manoscritto a interessarci? Tenete conto che noi siamo lettori, dunque per prima cosa deve riuscire a tenerci attaccati alle pagine fino alla fine; poi valutiamo se possa rappresentare la nostra linea editoriale… in generale se pubblichiamo un libro, lo facciamo perché il libro ci ha così coinvolti e ci è così piaciuto da farci pensare che avremmo voluto scriverlo noi. In qualche modo ce ne appropriamo pubblicandolo! Se nel testo troviamo qualcosa da correggere o sistemare, interagiamo con l’autore e iniziamo la lettura di vari giri di bozze, l’impaginazione, la copertina e via così. Mentre portiamo avanti la preparazione dei libri, iniziano le riunioni con la rete promozionale. Abbiamo scelto di far distribuire i nostri libri da Messaggerie, perché abbiamo da subito voluto che le pubblicazioni di Il ramo e la foglia fossero disponibili, o almeno ordinabili, su tutto il territorio nazionale. Ovviamente non aveva senso una così importante distribuzione senza una rete promozionale che andasse nelle librerie con tre-quattro mesi di anticipo sulla data di uscita di un titolo: sarebbe stato come avere una Ferrari senza benzina. La nostra rete promozionale è Libromania.
Un altro elemento importante della filiera è la tipografia. Abbiamo fatto tantissime prove di stampa per arrivare alla grafica delle nostre copertine: saranno semplici ma non banali, dietro c’è un pensiero, la copertina va vista nell’insieme, il tutto ha una sua unitarietà. Finalmente, dopo il visto si stampi dell’autore, si arriva all’atteso momento di andare in libreria e questo accadrà, per il nostro primo titolo, il 4 febbraio 2021: si tratta di un romanzo di Leonardo Bonetti: “L’isola che non c’era”, un libro molto significativo, che ci rappresenta fin dal titolo. Seguirà, il 4 marzo, il libro di poesia di Mariella Bettarini, “Haiku alfabetici”.
Ovviamente fin qui tutti hanno fatto la loro parte, i libri sono arrivati in libreria, ora vanno informati i lettori: ecco l’entrata in gioco dell’ufficio stampa, che cerca di rendere nota sia la neo-casa editrice (già mesi prima), sia i titoli che saranno in libreria. Tra noi editori e l’ufficio stampa c’è una relazione continua: siamo messi al corrente di tutto e approviamo tutto, ma se occorre sono loro a bacchettarci.
Vedete dunque quanta energia c’è dietro ciascun titolo, quanto lavoro, quante persone.
Per gestire una casa editrice senza investitori e senza capitali sostanziosi, come stiamo facendo noi, ci vuole un pizzico di incoscienza, tanta passione e tanta dedizione. Abbiamo dovuto calcolare finanche il centesimo, perché ogni parte della catena prende la sua percentuale sul libro, chi più chi meno. Noi fortunatamente abbiamo riassunto in noi stessi delle competenze che ci hanno fatto risparmiare molte spese necessarie alla filiera editoriale. Questo è quello che ci ha permesso di partire senza avere grandi capitali alle spalle, ma c’è da dire che è anche ciò che ci piace e diverte: seguire buona parte della filiera e dare al processo una nostra chiara impronta. Nelle parti su cui non lavoriamo direttamente è comunque fondamentale instaurare, con le persone coinvolte, buoni rapporti di cordialità, fiducia e simpatia. Non è stato facile mettere in moto la macchina ma in qualche modo, alla fine, è partita.
Vista la vostra provenienza, e visto anche che i nostri lettori potrebbero essere interessati, come scegliete i romanzi, i racconti o i saggi da pubblicare? Fate scouting fra le riviste letterarie, avete un gruppo di lettura che esamina i manoscritti che vi vengono inviati dagli autori o siete voi a contattare quelli che riflettono maggiormente la vostra idea artistica? In tal senso, si stanno consolidando sempre più le agenzie letterarie, ovvero agenti, editor che già lavorano con l’autore e rendono la sua opera più appetibile per le case editrici, anche voi utilizzate queste sinergie nella scelta di un manoscritto?
All’inizio, quando eravamo totalmente sconosciuti e il progetto stava prendendo forma, come già accennato, abbiamo contattato autori che stimiamo per chiedere loro se avessero qualcosa nel cassetto o in cantiere: qualcuno ha risposto sì con entusiasmo, qualcuno nì, qualcun altro no. Poi ci hanno contattato un paio di agenzie letterarie che ci hanno proposto autori da leggere: riceviamo anche da loro dei testi in lettura, ma non diamo loro un privilegio. Quando leggiamo su rivista qualche autore che ci piace, lo contattiamo per vedere se ha qualcosa che vorrebbe farci leggere. Insomma, ogni strada è buona per incontrare un buon autore e trovarsi tra le mani un buon testo. Sul nostro sito sono riportate le modalità di invio dei manoscritti: li accettiamo solo da quella porta, a meno che non siamo noi a contattare un autore. Leggiamo tutti i manoscritti che giungono in redazione, sempre. Non potete immaginare la gioia quando, tra molti manoscritti letti, finalmente ne troviamo uno che ci faccia esclamare: eccolo!
Come darvi torto. Anche da lettori, quando si trova un libro che ci fa emozione, ci tiene incollati alle pagine e ci fa far tardi la notte è una sensazione meravigliosa: il modo più rapido per vivere i sogni e conoscere nuovi mondi.
Ringraziamo Roberto e Giuliano per la disponibilità e per il loro coraggio e a noi lettori non resta, a questo punto, che attendere la prima uscita.
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