di Enrico Pompeo
Titolo: Con in bocca il sapore del mondo
Autore: Fabio Stassi
Editore: Minimum Fax
In periodi oscuri, angoscianti come quello che stiamo vivendo, credo venga naturale cercare conforto, ispirazione tra i Maestri, quegli spiriti liberi che nel passato sono stati in grado di raccontare il mondo in modo così profondo da fissare le loro opere nella letteratura. A volte può servire una guida, un libro che ti dia la chiave giusta per entrare in queste stanze, per non rischiare di rimanere così ammaliato da tanta bellezza e finire per perderti. L’importante è che queste mappe riescano a contenere tracce, segni che ti conducano preparato e curioso; che riescano a rendere l’incontro un’emozione.È difficile, molto, perché questi giganti della parola intimidiscono e si corre il rischio di affrontarli con una dose eccessiva di riguardo che sfocia nella stucchevolezza. Oppure l’esatto contrario: provare ad affrontarli sul loro stesso terreno, finendo irrimediabilmente sconfitti.
Questo è ancora più vero se si tratta di poesia. Lavoro nella scuola come insegnante da più di dieci anni e so bene, per esperienza diretta, quanto sia complesso avvicinare gli adolescenti a questa forma d’arte che sembra così lontana e che, invece, parla a loro, anche se con suoni diversi da quelli assordanti del nostro quotidiano. Figuratevi, quindi, la mia gioia, la mia emozione quando ho avuto questo libro tra le mani.
Conoscevo già l’opera di Fabio Stassi per alcuni racconti e romanzi editi da Sellerio, in particolare “L’Ultimo Ballo di Charlot”, uno splendido racconto in cui il grande attore sfida la Morte: se riuscirà a farla ridere, avrà salva la vita. Nel frattempo, guadagnando tempo, scrive una lettera al figlio ancora piccolo, dove racconta tutta la sua vita. Un gioiello.
Questo è diverso ma, se si va a vedere, si muove in quella direzione: Stassi immagina dieci figure di poeti che, dopo la morte, raccontano la loro storia, a metà tra finzione e biografia. Sono figure di cui tutti abbiamo letto qualcosa ma che, forse, non conosciamo così a fondo e questo libro ci aiuta a riavvicinarci a loro. A riprendere in mano i loro libri. A tornare ad ascoltare la loro voce. Perché attraverso questo viaggio torniamo nel secolo scorso e lo sentiamo attraverso di essi, così capaci di cogliere sfumature e accenti che ai nostri occhi, quasi sempre, sfuggono.
Sono dieci. C’è D’Annunzio, autore della frase che dà il titolo al libro, che se ne va dalla vita, come un attore dalla scena. Oppure Dino Campana: “Mi dicevano: Matto! Dove vai, Matto? Ce l’hai una pelle di capra? Vieni qui, raccontaci una storia. Siediti, parla.” Gozzano, tra la piuma e il piombo; Saba, e la sua Trieste, lui figlio del vento. E Palazzeschi, il saltimbanco, il quale ci dice che scrivere poesie è come collezionare francobolli, che per i poeti sono le parole; Cardarelli, con Via Veneto come ultima spiaggia.
Ancora: Ungaretti e l’Odissea – era sua la voce che introduceva il grande sceneggiato del 1968 -, e le collaborazioni con i cantanti e i parolieri brasiliani; Montale, che lascia molliche di pane sul terrazzo la sera, per svegliarsi con il suono degli uccellini la mattina; Quasimodo e la sua regina Mab, nel caldo di Modica, in Sicilia. E Alda Merini: “La mia vita, sì, è stata un’operazione chirurgica senza anestesia.” Un’invettiva contro la luna.
Inserendo poesie, frasi di questi cantori dell’animo umano in un racconto fresco, autentico, Stassi ci porta in un luogo dove realtà e fantasia si mescolano come in un sogno e quello che rimane è un’acuta nostalgia.
Libro genuino, scritto benissimo, dal quale furono tratte dieci puntate del programma “L’Attimo Fuggente”, andato in onda su Rai 5, due anni fa, se non ricordo male.
Un lavoro che unisce narrativa, biografia, poesia, adatta a chi questi poeti li ha già amati e così può incontrarli sotto una nuova luce; per chi non se li ricorda e in questo modo li può avvicinare con rinnovato stupore e per chi non li ha mai letti, se non tutti, magari alcuni, che qui li sente autentici, come dolci fantasmi gentili che ci illuminano la via.
Per me, un libro da non perdere.
Buona lettura.
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