di Guendalina Blabla
Miei cari, carissimi lettori, spero di esservi mancata come voi siete mancati a me. Sono stati mesi belli, molto belli, per una nonna. Intensi e ricchi. Sono stati mesi in cui ho frequentato casa di mio figlio più del solito e in cui ho litigato con mia nuora meno del solito.
Non che si sia comportata diversamente dal solito, intendiamoci, ma improvvisamente preparare la cena per loro quasi tutte le sere, andare a prendere Alice all’uscita di scuola e lavare i panni di mio figlio e di mia nipote, non mi sono più sembrate cose che avrebbe dovuto fare qualcun altro.
Il mondo intero cambia, quando cambiamo noi stessi. Questa è la verità che la nascita di mio nipote Matteo mi ha portato in dote. Non mi preoccupo quindi di ciò che sarà domani, ma mi godo l’oggi e questa bella sensazione che mi provoca.
Mia nipote Alice ci riesce meno bene ultimamente, ma perlomeno non ha urlato contro il fratellino, non ha messo il broncio o pianto a dirotto. Quando è stato il momento per mia nuora Veronica di tornare a casa dopo il parto, però, le ha chiesto: “Matteo lo lasciamo qui, che ne dici mamma? Almeno la notte puoi dormire e non ti stanchi”.
Come si fa a non adorare i bambini? è impossibile, anche quando, dopo aver capito che Matteo da lì in avanti avrebbe vissuto per sempre con loro, ha fatto un po’ di bizze. Niente di inaspettato, niente di grave. Ma mi ha ricordato una storia che le leggevo da piccola: Nel paese dei mostri selvaggi. Un albo di Maurice Sendak, un autore controverso e interessantissimo.
Un libro che all’inizio, lo confesso, mi ha un po’ scioccata. Insomma i disegni sono eccezionali, curatissimi, un po’ cupi ma nitidi, chiari e ben fatti, non come i disegni degli albi di oggi che sembrano voler per forza decostruire la realtà. So che mi perdonerete se sono un po’ all’antica, ma purtroppo l’età a volte si fa sentire. Pantaleo me lo dice sempre.
Insomma, dicevo che questo albo mi ha inizialmente lasciato perplessa. Sì, è così, lo confesso. Perché a differenza delle storie per bambini a cui siamo abituati questa è una storia che non impartisce alcun insegnamento. È una storia che riflette solo ciò che accade: i bimbi fanno le bizze, i bimbi hanno una parte selvaggia, barbarica, dentro di sé e spesso vi si abbandonano.
Così anche Max, il protagonista di questa storia, che rimproverato dalla madre (che gli grida, dopo aver visto le sue marachelle “Mostro selvaggio!” e lo manda a letto senza cena), fa di quel rimprovero un vanto e, con la fantasia, si trasforma nel re dei mostri.
Come re si dà alla pazza gioia, alla ridda selvaggia (oddio come adoro questo termine, ridda selvaggia, lo scriverei e leggerei cento e forse mille volte, ha un sapore così antico e penetrante, vero, intenso). Ci sono tre intere pagine di sole immagini in cui l’adulto che legge questa storia ad un bambino può sbizzarrirsi con i versi. Uno per ogni animale, uno per ogni divertimento sfrenato.
È un libro musicale, se lo si desidera. Altrimenti è comunque un libro che incute paura. Max sarà pure il re, il più selvaggio di tutti, ma quelli rimangono pur sempre mostri e ai bambini i mostri fanno paura, non c’è nulla da fare.
Quando Max, dopo aver dato sfogo alla sua parte ribelle, sente la mancanza di casa e della mamma, fa quello che i “grandi”, gli “adulti” hanno fatto con lui (in questo forse sta il vero insegnamento della storia) e caccia «i mostri selvaggi a letto senza cena». Poi torna a “casa” e trova che la sua, di cena, ancora calda. Perché la madre lo ha perdonato anche se lui non si è pentito (e qui vedo più la parabola del figliol prodigo che non un buon insegnamento per i miei nipoti).
Insomma, una storia cruda, che inquieta un po’ i bambini, ma che come sempre accade li affascina anche. Una storia ben disegnata, artistica, di valore.
Adesso vi lascio perché Matteo sta piangendo e, mentre Veronica lo va a coccolare, io devo stare dietro ad Alice.
Ma non voglio lasciarvi con la curiosità inappagata. Se qualcuno di voi avesse voglia di saperne di più su l’autore o sul libro, vi indico questo bell’articolo che approfondisce la storia di Sendak e di cosa ne pensasse di questo libro (https://www.fumettologica.it/2018/02/nel-paese-dei-mostri-selvaggi-maurice-sendak/).
Quanto a me, vi saluto e vi ricordo che siamo tutti nati con i piedi piatti.
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