di Enrico Pompeo
Titolo: SETTE ABBRACCI E TIENI IL RESTO
Autore: Stefano Tofani
Casa editrice: Rizzoli
È difficile scrivere libri che parlino di adolescenza da adulti senza rischiare di essere pedanti, didascalici o distanti. Tofani ci è riuscito. E non soltanto perché ha trovato un linguaggio che riesce ad essere credibile senza scimmiottare il gergo giovanile, ma anche per essere riuscito a rappresentare in modo chiaro alcune emozioni che sono tipiche di quell’età e che, come ben sappiamo tutti, ci accompagneranno anche dopo.
Questo è il grande merito di questo libro: si racconta una vicenda con protagonisti due ragazzi delle medie, Ernesto e Martina, entrambi alle prese con un’età difficile e pregnante come quella dei dodici anni, con paure e illusioni alle quali cercano di dare un senso. Senza per altro riuscirci se non trovando una chiave alla fine, quando entrambi scoprono che forse l’errore è cercare di stabilire il bene e il male come dimensioni separate e iniziano ad accettare che in ogni essere umano ci possono essere tutte e due. Un percorso di consapevolezza che esce dalle pagine ed entra nei nostri vissuti.
Ora, io non vi posso vedere, ma sarei curioso di contare quanti, tra chi avrà la pazienza di leggere questa prima recensione per la rivista Offline, alzerebbero la mano dopo la domanda fondamentale: chi ha risolto completamente il rapporto con se stesso ancora oggi che è lontano dai turbamenti dell’adolescenza? Credo veramente pochi, se si vuole essere onesti.
Sono quelli gli anni in cui si comincia a sentire il peso del giudizio degli altri; il desiderio di piacere e la difficoltà a esporsi; il peso delle maschere sociali e la difficoltà ad essere autentici. In una frase: la percezione della distanza tra ciò che si è e quello che si vorrebbe essere. Anche perché non è facile sapere con chiarezza nessuno dei due.
Quindi, sì, il racconto parla di due ragazzi, ma è uno specchio per tutti. E Tofani ci porta in questa storia con leggerezza e semplicità, che sono caratteristiche importanti e significative, quando si fa narrativa. Ogni personaggio, qua, ha un suo colore, un suono e rimane impresso, anche se vive su poche pagine. E poi c’è anche una venatura di mistero, quasi un piccolo giallo che aumenta il coinvolgimento emotivo. Insomma, un bel libro.
Ci ho pensato parecchio a quale titolo scegliere per iniziare questa collaborazione e alla fine ho scelto questo, perché parla di noi, di come siamo, attraverso la storia di due ragazzi alle prese con la fatica e la gioia di vivere e crescere. Proprio come capita a chi, come me, inaugura una nuova rubrica.
Con la speranza e l’augurio di trovare, come i due protagonisti, una bussola per orientarsi, buona lettura.
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