Di Marco Morselli
Forse il più grande scrittore russo di tutti i tempi, Lev Tolstoj, oltre a un diario in cui possiamo leggere e imparare come lavorava, ci ha lasciato in alcune lettere vari consigli, risposte a richieste di giovani aspiranti romanzieri ansiosi di pubblicare e di compiacere il pubblico. Così Tolstoj risponde un secolo e mezzo fa. Suggerimenti che, però, rimangono senza tempo.
- “La cosa più importante è non avere fretta di scrivere, non mettersi a correggere la stessa cosa dieci o venti volte, non scrivere molto e non fare, per l’amor del cielo, della scrittura un mezzo di sostentamento o per farsi belli agli occhi degli altri.”
- “Dovresti scrivere soltanto quando senti dentro di te un contenuto nuovo e importante, a te chiaro ma intellegibile agli altri, e quando il bisogno di esprimere questo contenuto non ti dà pace.”
- “Vivi la vita dei personaggi che descrivi, descrivi con immagini i loro sentimenti interiori, e i personaggi stessi faranno quello che devono fare in base alle loro nature…” Uno scrittore “ha bisogno di due cose: innanzitutto conoscere profondamente quello che deve essere; in secondo luogo, credere in quello che deve essere…”
- “Come in un discorso la parola detta è argento e quella non detta oro, così nella scrittura. Direi che la parola scritta è latta, quella non scritta oro…”
- “Non risparmiare la fatica, scrivi come viene, nella sua lunghezza, e dopo revisiona e infine accorcia tutto. Nella scrittura, secondo la mia esperienza, l’oro si ottiene soltanto setacciando.”
- “La chiarezza prima di tutto”, è ciò a cui uno scrittore dovrebbe aspirare e per la quale dovrebbe lavorare. Non confondere né oscurare la verità a se stessi e agli altri.
- “Quando rileggi ciò che scrivi, mettiti sempre nella posizione del lettore più limitato, che in un libro cerca solo un po’ di divertimento.”
- “I migliori libri sono quelli in cui l’autore finge di tenere staccata la sua opinione sui fatti ma, nella realtà, vi rimane fedele.”
- “Quando rileggi e correggi il tuo lavoro, non pensare mai a cosa potresti aggiungere (non importa quanto siano belle quelle idee), piuttosto a tutto ciò che puoi togliere senza rovinare il senso del libro.”
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