di Caterina Corucci
Stamani sono salita sul treno, destinazione Firenze Santa Maria Novella, da lì ho preso l’autobus numero 23, sono scesa in Via Salutati e in due minuti sono arrivata in Via di Ripoli; al numero 7 c’è la Piccola Farmacia Letteraria. Il nome è quasi un gioco di parole, infatti si tratta di una farmacia che non vende medicinali ma libri; gli stessi che si trovano in tutte le altre librerie, solo che qui vengono consigliati non in base ai gusti di lettura ma alle “patologie”.
Appena entrata mi colpiscono tutti quei cartoncini plastificati e colorati attaccati ai libri, bugiardini degni di veri e propri medicinali: sul davanti c’è il titolo su sfondo colorato a seconda della categoria, sul retro si trovano le indicazioni, gli effetti collaterali e la posologia.
Chiara mi mostra le tre tabelle che costituiscono la legenda, vicino all’ingresso. Un colore per categoria: verde: capsule di coraggio per sogni da realizzare; indaco: capsule di pace per convivenze burrascose; giallo: integratori di ego contro bassa autostima; rosso mattone: integratori di volontà contro dipendenze; verde salvia: pillole di realismo contro ambizioni eccessive. Ho contato ottantuno classificazioni, impossibile non trovare la propria. In alternativa ci si può rivolgere a lei o a Elena (la proprietaria), e chiedere consigli. Loro conoscono tutti i volumi in vendita e si avvalgono del supporto di psicologi per essere sicure di stilare dei bugiardini esatti e di non prescrivere “terapie” sbagliate. Insomma, fanno sul serio.
Il pavimento in cotto scalda l’atmosfera, le pareti verde petrolio e gli scaffali di legno scuro caratterizzano l’ambiente e lo rendono quasi un salotto. Non c’è niente di squillante perché i volumi non hanno bisogno di catturare l’attenzione, non devono convincermi; sono io che ho bisogno di loro, che mi avvicino per capire quale fra tutti potrebbe aiutarmi.
Potrei passarci la giornata, per scoprire alla fine che sono molto bisognosa di cure; infatti non posso non acquistare almeno quattro libri.
E’ divertente anche leggere i bugiardini di alcuni testi che conosco, così curiosando qua e là trovo “Io e te” di Niccolò Ammaniti (lo comprai per mia figlia), categoria: gocce di consapevolezza per crisi adolescenziale; indicazioni: per chi sta attraversando la sua adolescenza in modo burrascoso; effetti collaterali: scoprire che per quanto possiamo fare per isolarci dal mondo, qualcuno riuscirà sempre a entrare nel nostro mondo. Su un tavolo vedo uno dei miei preferiti, “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Carver: fa parte della categoria: gocce di consapevolezza per anatomia dell’amore; indicazioni: per chi vuole esaminare l’amore con humor, cinismo, freddezza, affetto, dolcezza; effetti collaterali: scoprire che un sentimento unico non esiste, tutte le sue sfaccettature lo rendono diverso in ogni situazione; posologia: da leggere quando vogliamo essere colpiti, o colpire direttamente al cuore.
Poi alzo gli occhi, sugli scaffali in alto ci sono i classici: appartengono tutti alla categoria salvavita. Non poteva essere diversamente.
C’è un bel viavai di gente, per essere un mercoledì mattina e per essere la libreria in una zona non centrale di Firenze, ma in effetti la Piccola Farmacia Letteraria è qualcosa di così particolare che vale la pena cercarla, non ce ne sono di simili. Senza contare che Elena organizza eventi particolari, tipo la serata di risate, abbracci e lacrime terapeutici con le poesie di Andrew Faber prevista per il 10 ottobre.
Penso che ci vorrebbe una libreria del genere in ogni città, sono sicura che i lettori aumenterebbero. Chi non ha un problema da risolvere, o una situazione da migliorare? Chi non ha bisogno di conforto? In ogni caso è una bella scusa per prendere in mano un libro.
Quando più tardi salgo sul treno per tornare a casa, mi trovo un posto seduta nel senso di marcia e pesco dalla busta uno dei libri appena acquistati (adoro leggere in treno, con gli alberi che quando alzo gli occhi mi vengono incontro). “Addio fantasmi”, di Nadia Terranova, categoria: confetti di consapevolezza per rapporti familiari. Nella prima mezz’ora di lettura sono riuscita ad emozionarmi almeno tre volte, succede quando leggo frasi che sembrano scritte per me, succede quando mi sento compresa dalle pagine e nelle pagine. Ecco, il valore di queste “medicine” sta anche nel fatto che cominciano a funzionare durante l’assunzione; oltre alla caratteristica di non avere scadenza e di poterle usare più e più volte, che tanto non finiscono. E un’altra cosa, piccola ma utile: il bugiardino è un originale segnalibro.
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